L’Orzata è una bevanda analcolica di origine vegetale che si presenta sotto forma di uno sciroppo dal colore bianco lattiginoso e dal sapore molto dolce. Lo sciroppo va, poi, diluito in acqua fredda, ottenendo una bibita dissetante e sfiziosa con cui rinfrescarsi nelle calde giornate estive.
DOSI
125 g di mandorle dolci sgusciate, 7 mandorle amare, 500 g di zucchero semolato extrafine , 375 ml di acqua, 2 cucchiai di acqua di fior d’arancio.
PREPARAZIONE
Immergete per un paio di minuti le mandorle sia dolci che amare in acqua calda.
Scolatele e strofinatele con un panno, in modo da eliminare la pellicina che le riveste.
Asciugatele e tritatele finemente con la mezzaluna.
Pestatele nel mortaio, bagnandole di quando in quando con l’acqua di fior d’arancio, fino a ridurle in poltiglia.
Versate quest’ultima in un contenitore e scioglietela con 12 ml d’acqua .
Trasferite il composto su un canovaccio, tenendolo sospeso su una ciotola.
Strizzando bene il panno, estraetene il “succo” e raccoglietelo nella ciotola.
Mettetelo da parte.
Rimettete nel mortaio la pasta di mandorle e schiacciatela nuovamente con il pestello.
Scioglietela, poi, con altri 125 ml di acqua,
Trasferite il composto su un canovaccio da cucina pulito, strizzatene il liquido e raccoglietelo assieme a quello messo precedentemente da parte.
Ripetere l’operazione una terza volta, in modo da utilizzare il resto dell’acqua.
Versare tutto il liquido raccolto in un pentolino e portarlo a bollore.
Unite, quindi, lo zucchero e fate bollire a fiamma bassa per 20 minuti, mescolando di tanto in tanto.
Lasciate, poi, raffreddare l’orzata.
Successivamente, imbottigliatela, tappatela e conservatela in frigorifero.
Al momento di servire l’Orzata, versatene una piccolissima quantità in un bicchiere e diluirla con acqua fredda naturale o gassata.
Il nome “orzata” deriva dalla voce latina “Hordeata” formata da “ordi “, orzo e “ata”, fatta di.
Significa, dunque, “fatta con orzo , in latino hordeum”.
Derivano dal latino anche lo spagnolo “horchata” e il catalano “orxata”.
Il significato del termine è, dunque, un’ulteriore conferma del fatto che in origine l’ingrediente principale della bevanda era l’orzo.
Pur se nel tempo l’orzo è stato sostituito dalle mandorle, il nome della bevanda è rimasto immutato.
L’enciclopedia “Sapere” così scrive a proposito dell’orzata: “sf. [sec. XIV; da orzo]. Bevanda a base di orzo. Anche sciroppo fatto con mandorle peste, zucchero e acqua”.
Per completezza di informazioni, con il nome “orzata” vengono chiamate diversi tipi di bevande preparate non solo con mandorle (essenza di mandorle)o con orzo, ma anche con riso, con il tubero chufa, con semi di popone o di sesamo, etc..
Si tratterebbe, pertanto, di un nome generico che non indica l’ingrediente della bevanda, ma il procedimento utilizzato per realizzarla.
Un aneddoto, privo di fondamento storico, collega l’origine del nome a Giacomo I, re d’Aragona (Montpellier, 1 febbraio 1208 –Valencia, 27 luglio 1276).
Si racconta che costui, dopo avere assaporato la bevanda in una locanda del villaggio di Alboraia (vicino Valenza), avrebbe esclamato in valenciano: “ Aco es or Xata! (che significa all’incirca “questo è un tesoro d’oro!”)
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