Alcuni dei consigli presenti provengono da suggerimenti tramandati da generazione in generazione, altri sono stati raccolti tramite un processo di “passaparola”.
Leggi il nostro consiglio su come sbucciare i fichi d’India.
Buona lettura!
Come sbucciare i fichi d’India:
Immergere per un’ora i fichi d’India in una bacinella contenente acqua a temperatura ambiente, smuovendoli di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
Dopo 30 minuti cambiare l’acqua.
Meglio ancora, lasciare cadere l’acqua a filo per l’intero periodo.
Trascorso il tempo occorrente per eliminare parte delle spine caduche, indossare dei guanti resistenti e prendere dalla bacinella un fico d’India.
A questo punto è possibile iniziare a sbucciare i fichi.
Modalità:
Posare il fico d’India in orizzontale su un tagliere ed infilzarvi i rebbi di una forchetta per tenerlo fermo.
Con un coltello affilato eliminare prima l’una e, poi, l’altra estremità del frutto (all’incirca occorre eliminare due cm di frutto).
Praticare, quindi, un’incisione superficiale sulla buccia del fico d’India, nel verso della lunghezza.
Evitare di spingersi in profondità con la lama del coltello, in modo da non incidere la polpa.
Tenendo fermo il frutto con la forchetta, con la lama del coltello staccare uno dei due lembi di buccia dalla polpa del fico, fino ad allargarlo sul tagliere.
Con i rebbi della forchetta immobilizzare il lembo appiattito e con un’altra forchetta (o, se si preferisce, con la mano) srotolare il frutto nella direzione opposta, fino a staccarlo del tutto dalla buccia.
Mettere, quindi, il fico d’India in una ciotola ed utilizzare lo stesso metodo per sbucciare tutti gli altri frutti.
Una volta completata l’operazione, tenere i fichi d’India in frigorifero e gustarli freddi.
VIDEO CON ISTRUZIONI PER SBUCCIARE I FICHI D’INDIA
Qualche notizia sui Fichi d’India:
I Fichi d’India (o Fichidindia) sono frutti gustosissimi, ricchi di vitamina C, minerali, calcio, fosforo, molto zuccherini per l’elevato contenuto di fruttosio, glucosio e saccarosio.
Originari delle zone tropicali dell’America e, in particolare, del Messico e del Centro-America, arrivarono in Europa dopo la scoperta dell’America (1492), probabilmente introdotte da Cristoforo Colombo dopo uno dei suoi viaggi di ritorno dal Nuovo Mondo.
La pianta, che è perenne e infestante, attecchì con facilità, in quanto
ha la capacità di sopravvivere in terreni aridi e semi-aridi.
Diffusosi anche in Italia, il Fico d’India trovò il suo habitat naturale in Sicilia dove si moltiplicò in tale quantità ( il 90% della produzione italiana) da diventare icona e simbolo dell’isola.
La pianta è talmente diffusa in Sicilia da essere inserita, come prodotto tipico siciliano, nelle liste dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Il Fico d’India appartiene alla famiglia Cactaceae e al genere Opuntia; il suo nome scientifico è “Opuntia ficus-indica” .
Il fusto è formato da cladodi ricoperti di spine, comunemente chiamati “pale”, sulla cui sommità (soprattutto in quella ben esposta al sole) nascono dei fiori che danno, poi, origine ai frutti.
Essi sono delle bacche uniloculari (con una sola cavità o loculo), dalla polpa dolce, succosa e carnosa al cui interno si trovano numerosi semi commestibili (all’incirca 300 per un fico d’India di circa 150 grammi).
La presenza di una tale concentrazione di semi consiglia di consumare i frutti in quantità limitata, in modo da evitare la formazione di boli intestinali con conseguente occlusione.
A seconda della varietà della pianta, i Fichi d’India possono essere di vario colore: rossi, gialli, verdi, giallo-arancione, bianchi.
A colore diverso corrisponde sapore leggermente differente.
La buccia dei Fichi d’India è ricoperta da microscopiche spine, quasi invisibili, che costituiscono un’ottima protezione nei confronti della voracità degli uccelli.
Le spine più piccole sono caduche e volatili.
Per questo motivo, i vecchi contadini siciliani consigliano di raccogliere i frutti in giornate non ventose, in quanto, sollecitate dal vento, le piccole spine potrebbero finire negli occhi, con conseguenze immaginabili.
Come raccoglierli e trasportarli:
Dopo avere indossato un paio di guanti robusti, con un coltello affilato staccare i frutti dalle pale.
Posarli via via all’interno di un cesto di vimini foderato con un pesante canovaccio o un foglio di plastica resistente.
Ricoprire il tutto con un altro canovaccio.
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