INGREDIENTI PER CIRCA 6 VASETTI DA 250 G
2 kg di melanzane sode e senza semi, un po’ di aceto di vino, 2-3 spicchi d’ aglio, origano fresco, olio extravergine d’oliva, 2 peperoncini rossi piccanti, sale, grani di pepe nero.
PREPARAZIONE
Lavare le melanzane, eliminare il picciolo ed asciugarle.
Sbucciarle per intero e tagliarle a fette non troppo sottili (1/2 cm circa di spessore).
Metterle una sull’altra e tagliarle a striscioline.
Accomodarle in una bacinella ricoperte di sale e lasciarle sotto sale per 24 ore.
Mettere nella bacinella un litro e mezzo – due litri di acqua, coprire con un peso e lasciare riposare per altre 24 ore.
Poi,estrarle dalla bacinella, metterle su un canovaccio e strizzarle bene bene.
Prima di strizzarle, però, bisogna assaggiarle.
Se sono buone (cioè non salate e non amare), si possono sistemare in un altro bacile; altrimenti, se sono salate, si devono lavare in acqua e aceto.
Dopo averle ben spremute, condire le melanzane, nello stesso bacile, con aglio a fettine, peperoncino privato dei semi, pepe nero in grani, molto origano, spruzzando su tutte le striscioline un po’ di aceto ed un po’ d’olio.
A questo punto, occorre mescolarle ben bene.
Disporre, quindi, le melanzane in un barattolo a chiusura ermetica, precedentemente sterilizzato assieme ai coperchi mediante bollitura per 20 minuti e, poi, perfettamente asciugato.
Coprire di olio, badando che non restino spazi vuoti.
Per facilitare l’operazione, sbattere leggermente i barattoli sul tavolo.
Tenere presente che il livello dell’olio deve essere più alto di 2 cm rispetto alle melanzane.
Se dopo un paio d’ore il livello dell’olio si sarà abbassato, aggiungerne dell’altro.
Chiudere, quindi, i barattoli ermeticamente e procedere ad un’ulteriore sterilizzazione (la seconda dopo quella del barattoli).
Mettere, quindi, i barattoli in una pentola che li possa contenere agevolmente.
Separarli l’uno dall’altro con canovacci e riempire la pentola di acqua fredda, fino a 4-5 cm al di sopra dei coperchi.
Portare l’acqua ad ebollizione e fare bollire, a fuoco basso, per 45-60 minuti (dall’inizio del bollore).
Il tempo dipenderà dalle dimensione dei barattoli.
Prima di togliere i barattoli dalla pentola, lasciarli raffreddare nella stessa acqua.
A procedimento ultimato, levare i barattoli dall’acqua ormai fredda, asciugarli ed etichettarli, in modo da potere, in seguito, controllare la data di preparazione.
Metterli, infine, in un luogo fresco, buio ed asciutto.
Le melanzane possono essere consumate dopo due mesi.
Tenerle in dispensa per un tempo massimo di 6 mesi.
Una volta aperto il barattolo, conservarlo in frigorifero e consumare le melanzane in tempi brevi.
Via via che le melanzane vengono consumate è indispensabile rabboccare l’olio in modo che le melanzane ne siano
sempre ricoperte.
Inoltre, è sempre necessario che non restino spazi vuoti.
VARIANTI
- Alcuni nei barattoli assieme alle melanzane introducono altri aromi a scelta.
- Altri, aspettano un giorno prima di chiudere i barattoli, per dar modo alle melanzane di assestarsi bene.
Per facilitare l’operazione, sbattere leggermente il barattolo sul tavolo.
Dopo un paio di giorni, controllare il livello dell’olio e aggiungerne altro, se necessario.
Tenere presente che il livello dell’olio deve essere più alto di 1,5 – 2 cm rispetto alla verdura. - Altri, infine, asseriscono che le melanzane si possono gustare dopo 15 giorni-un mese.
AVVERTENZA IMPORTANTE
La scrupolosa pulizia delle verdure e la perfetta conservazione dei cibi sono elementi indispensabile per la preparazione delle conserve fatte in casa.
A tale proposito è bene precisare che la preparazione casalinga di conserve, marmellate ed affini non esclude del tutto la possibilità di formazione di agenti patogeni.
Per favorire lo sviluppo di muffe e microrganismi dannosi basta una pulizia poco accurata sia degli alimenti che dei contenitori per la cottura e la conservazione o l’utilizzo di alimenti contaminati.
L’agente patogeno più pericoloso è il “Clostridium botulinum”, il famigerato “Botulino”, un microrganismo anaerobico che vive nel suolo e si sviluppa in mancanza di ossigeno (sono quindi a rischio i cibi sottovuoto e quelli sott’olio).
Si diffonde mediante la produzione di spore che restano per così dire inattive fino a quando non trovano le condizioni favorevoli per riprodursi: contenitori contaminati o poco puliti, temperatura attorno ai 37°, ambiente privo di ossigeno, etc.
Le spore si riproducono ad una temperatura che si aggira attorno ai 37°, anche se sono conosciuti casi di particolari tipologie di botulino che germinano anche a 3°.
I batteri del Botulino hanno un effetto paralizzante che può causare gravi forme di avvelenamento e in alcuni casi anche la morte.
Il botulino può essere presente in cibi inscatolati o conservati, soprattutto di produzione domestica.
Nel campo alimentare sono a rischio gli alimenti che non vengono lasciati cuocere e che hanno un basso grado di acidità: peperoni, melanzane, fagiolini, funghi, olive, etc. sono gli alimenti a maggior rischio.
Tra le conserve preparate in casa sono maggiormente da attenzionare quelle contenenti cibi sott’olio, in quanto l’olio, impedendo il passaggio dell’ossigeno, crea un ambiente privo di ossigeno in cui si possono sviluppare le spore di botulino.
Le verdure sott’olio sono, dunque, uno dei prodotti più facilmente a rischio di contaminazione da botulino.
Il rischio diminuisce quando la conserva contiene zucchero (in quantità superiore al 50% della frutta) o sostanze acide quali possono essere aceto o limone, che dovrebbero impedire il formarsi del batterio.
Per questo motivo prima dell’invasamento è consigliabile fare bollire le verdure nell’aceto o in una soluzione di acqua e cloruro di sodio (sale da cucina) al 10-15%
Per fortuna i batteri del Botulino hanno una labile termoresistenza e pertanto le spore vengono distrutte ad una temperatura superiore agli 80°.
Per questo motivo, anche se non previsto in tempi antichi quando non si era a conoscenza degli effetti pericolosi del botulino, è indispensabile sottoporre le conserve ad una sterilizzazione (la seconda dopo quella dei barattoli e dei coperchi) mediante bollitura a 100° (dal momento in cui inizia l’ebollizione) per un tempo variabile dai 45 ai 60 minuti, a seconda delle dimensioni dei contenitori.
Per essere sicuri che anche dopo la bollitura, pur se prolungata, non vi siano più spore attive, occorrerebbe procedere con la Tindalizzazione che consente un margine di sicurezza più elevato.
Il metodo è il seguente; si fanno bollire a 100° i barattoli ben ricoperti d’acqua per 45 minuti (dal momento in cui inizia l’ebollizione) poi si tolgono dall’acqua e si lasciano raffreddare per 24 ore, coperti con dei canovacci per evitare sbalzi di temperatura.
Successivamente si ripete l’operazione per altre 2 volte con le stesse modalità.
Una volta preparate le conserve, prima di consumarle è opportuno controllare l’aspetto sia dei contenitori che del prodotto.
Le conserve vanno buttate via quando i contenitori presentano dei rigonfiamenti nel coperchio o il liquido di conservazione appare torbido oppure si evidenzia una qualsiasi alterazione del prodotto (muffa, bollicine, odore di rancido, etc).
Infatti le alterazioni sono le conseguenze derivanti da un avviato processo di fermentazione.
A conclusione di quanto scritto, appare evidente che nelle conserve casalinghe e in particolare nei sott’oli il rischio di contaminazione è sempre latente.
Basta, infatti, un errore nella preparazione, perché gli agenti patogeni trovino terreno fertile per svilupparsi, con conseguenze pericolose per la salute.
Per maggiori informazioni consultare il sito del Ministero della Salute.
Ognuno, poi, si regoli come crede.
FraGolosi declina ogni responsabilità in merito.
bene!