INGREDIENTI PER 12 MUFFIN
80 g di farina 00, 200 g di zucchero, 1 uovo grande, 2 yogurt (250 g in totale), ½ cucchiaino di succo di limone, 60 g di burro fuso, 1 bustina di lievito per dolci, un pizzichino di sale, latte q.b. (se necessario), 250 g di albicocche secche.
Per spolverizzare:
zucchero a velo.
PREPARAZIONE
Preriscaldare il forno a 180°C.
Ammollare le albicocche in acqua tiepida.
Setacciare la farina con il lievito e versarla in una ciotola.
Metterla da parte.
In un’altra ciotola sbattere l’uovo con lo zucchero, fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
Incorporarvi gli yogurt, il succo di limone ed il burro fuso, mescolando accuratamente il tutto.
Sgocciolare le albicocche, sminuzzarle, asciugarle ed infarinarle.
Unirle al composto e rimestare accuratamente.
Incorporare, anche, la farina con il lievito e, dopo aver amalgamato il tutto, unire un pizzico di sale.
Mescolare con un cucchiaio di legno, senza lavorare troppo l’impasto.
Se il composto dovesse risultare eccessivamente duro, ammorbidirlo con un po’ di latte.
Preparare 12 stampini, precedentemente imburrati ed infarinati.
Versare con un cucchiaio il composto negli stampini, riempiendoli per 2/3.
Infornare i muffin a 180°C per 15-20 minuti o fino a quando uno stecchino inserito all’interno di un dolcetto ne uscirà perfettamente asciutto e pulito.
Spegnere e lasciare raffreddare i muffin alle albicocche secche dentro il forno, a sportello aperto, per circa 5 minuti (non di più, altrimenti si asciugano troppo).
Prima di servire, cospargere i muffin di zucchero a velo.
QUALCHE NOTIZIA STORICA SUI MUFFIN
I primi muffin vennero prodotti in Inghilterra in età vittoriana, cioè nel lungo periodo in cui regnò la regina Vittoria, che va dal 1837 al 1901.
Si racconta che, inizialmente, venivano preparati nelle cucine degli aristocratici inglesi ed erano destinati alla servitù.
La loro preparazione era semplice: si impastavano insieme pane leggermente raffermo, avanzi di biscotti e patate schiacciate.
Ben presto i nobili vennero a conoscenza della bontà del prodotto, che in breve, assieme alla bevanda, divenne l’alimento indispensabile per la realizzazione del “ rituale del tè”.
Dall’Inghilterra la fama dei muffin si diffuse prima negli Stati Uniti e, poi, in tutto il mondo.
Vi sono, però, importanti differenze tra i due dolci.
I muffin inglesi sono dei dolci poco zuccherati, di varia dimensione, a forma di disco appiattito di circa 8 cm di diametro, che per tradizione venivano cotti sulla griglia senza alcun contenitore.
I muffin americani, invece, sono dei dolci di forma rotonda, con la parte superiore a calotta semisferica, in genere non arricchita da alcuna glassa.
Vengono preparati in stampi monoporzione, dal momento che l’impasto si presenta piuttosto liquido ed ha bisogno di un contenitore che gli dia la forma.
Il loro diametro si attesta, in genere, al massimo attorno ai 4-5 cm.
Esistono, anche, i mini muffin, di dimensione inferiore, che possono essere mangiati in un solo boccone.
Un’ulteriore differenziazione consiste nell’utilizzo di agenti lievitanti diversi: in Inghilterra lievito madre o di birra, negli Stati uniti lievito chimico in polvere, da tutti conosciuto come “lievito per dolci”.
I muffin, infine, sono per tradizione, una preparazione dolce.
Negli ultimi decenni, però, è invalsa la consuetudine di consumare, anche, muffin salati.
L’ORIGINE DEL NOME
Ancora oggi è incerta l’origine del nome “muffin”.
Alcuni asseriscono che il termine “muffin” derivi dal francese “moufflet”, parola con cui in Francia veniva chiamato un tipo di pane piuttosto morbido.
Altri ipotizzano che il termine derivi dal tedesco “muffen”, parola con cui venivano chiamate le torte di piccola dimensione.
Il termine “muffin”, per indicare il dolce di nostra conoscenza, venne utilizzato per la prima volta in Inghilterra nel 1703.
A quei tempi, però, veniva scritto in modo diverso, cioè “moofin”.
NOTE E CONSIGLI
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