INGREDIENTI PER UNO STAMPO PER CIAMBELLA DI 24 CM DI DIAMETRO (8 PERSONE)
Per l’impasto: 420 g di farina più quella per lo spolvero, 360 ml di latte, 20 g di lievito di birra, 35 g di zucchero più un cucchiaino, 35 g di burro più quello per ungere, 1 uovo grande leggermente sbattuto, 1 pizzico di sale.
Per il ripieno: 120 g di gherigli di noce, 45 g di zucchero semolato più un cucchiaino, 55 g di miele di acacia o millefiori, 40 g di burro, 60 ml di panna, 1 albume d’uovo a temperatura ambiente,1 cucchiaino di buccia di limone grattugiata, 1 cucchiaino di buccia di arancia grattugiata, ½ cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia, 85 g di cioccolato fondente grattugiato (facoltativo), 1 cucchiaio di rum (o di cognac oppure di brandy), 1 tuorlo d’uovo per spennellare.
PREPARAZIONE
Sciogliere nel latte tiepido il lievito sbriciolato ed unire un cucchiaino da caffè di zucchero.
Lasciare agire il miscuglio per circa 10 minuti o fino a quando inizieranno ad apparire delle bollicine.
Fondere il burro a bagnomaria o nel microonde.
Setacciare la farina e trasferirla in una ciotola capiente.
Unire lo zucchero, il sale e mescolare.
Formare, poi, al centro delle polveri una fontana e versarvi il burro fuso, l’uovo ed il lievito diluito nel latte.
Mescolare fino a quando l’impasto si attaccherà più alle pareti della ciotola.
Trasferire l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato ed impastare fino a quando diventerà elastico.
Occorreranno circa 10-15 minuti.
A bisogno spolverare l’impasto con altra farina.
Formare con l’impasto una palla e metterla in una ciotola unta di burro.
Coprire il contenitore con la pellicola alimentare e metterlo a lievitare fino al raddoppio del volume nel forno spento, ma con la luce accesa.
Occorrerà all’incirca un’ora.
Nel frattempo, preparare il ripieno.
Lasciare sciogliere il burro a bagnomaria o nel microonde.
Tritare i gherigli di noci.
In una ciotola mescolare lo zucchero assieme al burro fuso e all’estratto di vaniglia.
Aggiungere la panna, il miele, la cannella, il rum, i gherigli di noci, il cioccolato e le bucce grattugiate del limone e dell’arancia.
Mescolare con cura.
Rompere l’uovo e separare l’albume dal tuorlo.
Montare l’albume assieme ad un cucchiaino di zucchero a neve ed incorporarlo delicatamente nel ripieno, con un movimento dal basso verso l’alto.
Infarinare il piano di lavoro e trasferirvi la pasta lievitata.
Stenderla in forma di rettangolo fino a raggiungere lo spessore di circa 5 mm.
Trasferire il rettangolo su un canovaccio leggermente umido.
Distribuire il ripieno in modo uniforme sulla pasta, avendo l’accortezza di lasciare tutto intorno un bordo vuoto di circa 3 cm.
Aiutandosi con il canovaccio, arrotolare il rettangolo di pasta strettamente su se stesso, fino a formare un rotolo ben chiuso.
Sigillarlo alle estremità.
Posarlo in uno stampo a cerniera per ciambella precedentemente imburrato.
Avere l’accortezza di posizionare la chiusura in basso.
Coprire lo stampo con un canovaccio e lasciare lievitare la potica per un’ora in un luogo tiepido.
Durante tale periodo, il dolce raddoppierà di volume.
Preriscaldare il forno a 170°C, in modalità statica.
Trascorso il tempo indicato per la seconda lievitazione, spennellare la superficie della potica con il tuorlo d’uovo sbattuto.
Cuocere il dolce nel forno già caldo per circa 60 minuti.
Dopo circa 50 minuti, controllare il dolce e, se necessario, con un foglio di alluminio coprirne la superficie per non farla scurire troppo.
A cottura ultimata, estrarre la potica dal forno.
Lasciarla raffreddare per circa 10 minuti, poi sformarla e trasferirla su un griglia da pasticceria.
Al momento di gustare la potica, sistemarla su un piatto da dessert e servirla a fette.
ETIMOLOGIA DEL TERMINE POTICA
Il nome sloveno “”potica” deriva da precedenti voci slovene, come “povitica”, “ povtica” e “potvica”.
Il termine “potica” iniziò ad essere utilizzato nella seconda metà del XIX secolo.
POTICA, PUTIZZA, POTIZZA, QUALCHE NOTIZIA STORICA
È un dolce molto antico, a forma di anello.
La più antica menzione della potica si trova negli scritti di Primož Trubar (metà del XVI secolo).
La ricetta più antica è posteriore.
Risale infatti, al 1689 quando venne pubblicata da Janez Vajkard Valvasor nella sua opera “La Gloria del Duca di Carniola”.
Nei secoli successivi diversi autori citarono la Potica.
Fino al XIX secolo erano note due tipologie di potica: quella a spirale e quella con un foro in mezzo.
Quest’ultima prevalse nei secoli XIX e XX.
La potica è una variante dei dolci arrotolati di origine austro-ungarica (per esempio la Gubana).
Da momento che nel corso dei secoli il territorio della Slovenia è entrato a far parte dell’Impero Austro-ungarico, ci sono dolci simili in tutti i paesi limitrofi.
La potica è infatti, diffusa nel Friuli Venezia Giulia e in particolare nella zona del Carso, tra Gorizia e Trieste, una volta sotto il dominio asburgico.
In Italia il dolce viene chiamato “putizza” o “potizza” ed è considerato uno tra i più apprezzati dolci triestini.
Ciascuna famiglia ha la propria versione del dolce, il cui ripieno è realizzato in numerose varianti.
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