Ricetta Cuddura Pasquale Semplificata di Redazione, Pubblicata il 07/04/2012, Aggiornata il 20/06/2024
Per la pasta frolla:
750 g di farina 00, 450 g di burro, 215 g di zucchero, 7 tuorli, un aroma a piacere (vaniglia o la buccia grattugiata di un limone non trattato, un pizzico di sale.
Per farcire:
uova sode.
Per spennellare:
3 albumi.
Per lo sciroppo di zucchero:
110 g di zucchero, 50 ml di acqua.
Per decorare:
decorazioni di zucchero aventi soggetto pasquale (colombe, galline, fiori, pulcini, etc.).
PROCEDIMENTO
Preparazione della pasta frolla:
Versare sulla spianatoia la farina a fontana.
Mettere nel centro il burro e lo zucchero.
Iniziare ad impastare senza alcun liquido, facendo “sabbiare” la farina, il burro e lo zucchero.
Occorre, cioè, ridurre in sabbia questi ingredienti, pizzicandoli velocemente con le dita.
Unire, poi, il sale, l’aroma ed amalgamare il tutto.
A questo punto, unire le uova ed impastare velocemente, fino a formare una pasta morbida ed omogenea.
Fare una palla, avvolgere la frolla nella pellicola trasparente e riporla in frigorifero, coperta, per almeno 40 minuti.
Preparazione delle “cuddure”:
Trascorso il tempo di riposo dell’impasto, riprendere la pasta e dividerla in tanti panetti quante sono le “cuddure”che si desidera preparare.
Mettere da parte una parte di impasto, che servirà per la realizzazione finale.
Preparazione di una “cuddura”.
Prendere un panetto e con il matterello formare un disco di circa 1 cm di spessore e di 12-14 cm di diametro.
Con parte dell’impasto messo da parte formare un cordoncino della stessa dimensione dell’uovo sodo.
Dopo averlo spennellato di albume sbattuto, sistemarlo con una leggera pressione al centro del disco, chiudendone le estremità in modo da formare un appoggio circolare (il “nido”) su cui sistemare l’uovo.
Porre quest’ultimo al centro del cordoncino e fermarlo con delle strisce strette e lunghe di pasta ricavate dall’impasto messo da parte.
Posizionare le strisce a croce, in modo da fissare l’uovo al corpo della “cuddura”.
Avere l’accortezza di spennellare di albume le estremità delle strisce in modo da attaccarle bene.
Procedere, quindi, alla realizzazione delle altre “cuddure”.
Fase finale del procedimento:
Spennellare di albume le “cuddure” e porle nel forno già caldo a 200°C, per circa 15-20 minuti.
Il tempo è indicativo, in quanto dipende dal tipo di forno utilizzato e dalla grandezza del dolce.
Estrarle quando la superficie delle “cuddure” diventerà lucida e compatta.
Lasciare raffreddare.
Fase di completamento.
Preparare lo sciroppo, mettendo lo zucchero e l’acqua in un pentolino.
Porlo sul fuoco, a fiamma bassa, e lasciare cuocere lentamente, mescolando in continuazione.
Togliere il recipiente dal fuoco quando lo sciroppo avrà raggiunto una densità tale da poter essere adoperato come collante.
Spennellare la base delle decorazioni con lo sciroppo e posarle sulle “cuddure”.
Lasciare asciugare.
Maneggiare, poi, con cura, per evitare di danneggiare la preparazione finale.
L’ETIMOLOGIA DEL NOME:
Il termine “cuddura” deriva dalla parola greca “kolloura” o “kollura” che significa “pane circolare, corona”.
Con questo termine i greci indicavano dei tipi particolari di focacce che venivano offerte agli dei per impetrare il loro aiuto e la loro benevolenza.
Con l’avvento del Cristianesimo l’usanza di preparare dei pani speciali non andò perduta.
La mattina del Sabato Santo “i cudduri” venivano portate in Chiesa e benedette.
Venivano, poi, portate in casa in modo da celebrare anche in tavola la solennità della Pasqua.
RICORDI FAMILIARI:
Fino a qualche decennio fa, alle ore undici del Sabato Santo, molte famiglie messinesi si riunivano intorno al desco per festeggiare la Risurrezione di Cristo.
In quel preciso momento le campane delle Chiese suonavano a distesa e ai din don augurali dal porto di Messina, con suoni prolungati e festosi, rispondevano le sirene delle navi ormeggiate o in transito.
Si usava, in quel preciso momento prendere in mano una “cuddura” e, dopo aver tracciato sulla fronte un segno di croce, si era soliti lanciarla gioiosamente in aria (o sulla tavola imbandita).
Ci si sedeva tutti intorno al tavolo e si consumavano in allegria il pane dolce della “cuddura” e le uova sode sbucciate e insaporite con un pizzico di sale.
Questa antica usanza è, oggi, quasi completamente scomparsa, ma nel ricordo essa continua a vivere come simbolo della gioia che accompagna la Risurrezione del Cristo.
CURIOSITÀ STORICHE:
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