La Fonduta Valdostana è una delle ricette più tradizionali e famose della Valle d’Aosta.
La fonduta (in francese “fondue”) viene preparata sciogliendo la fontina valdostana D.O.P. assieme a qualche cucchiaio di latte.
La pentola tradizionale che si utilizza per cuocere la fonduta si chiama “caquelon”.
La fonduta valdostana viene portata in tavola nella pentola di cottura, che viene posizionata su un supporto metallico posto su una fonte di calore (una candela, un fornelletto a gas).
Questo espediente serve a mantenere calda la fonduta per tutta la durata del pasto.
Ciascun commensale degusterà la fonduta valdostana intingendo un pezzo di pane nella pietanza, grazie all’ausilio di una forchetta da fonduta di forma allungata.
La Ricetta, gli Ingredienti e i Consigli.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
Per la fonduta valdostana:
400 g di fontina valdostana, 4 tuorli, circa 250 ml di latte, 80 g di burro, sale e pepe bianco.
Per accompagnare:
crostini di pane tostato o fritti nel burro (facoltativo).
PREPARAZIONE
Adoperare la fontina a temperatura ambiente.
Eliminarne la crosta e tagliarla dadini.
Metterla in una terrina e coprirla con il latte, lasciandola ammorbidire da un minimo di 4 ore fino ad un’intera nottata.
Indi, mettere il burro in un tegame dal fondo pesante ed arrotondato.
Lasciarlo sciogliere a fuoco lento ed unire la fontina ben sgocciolata e circa 4-6 cucchiai del suo latte.
Trasferire il tegame su un bagnomaria già caldo e, mantenendo l’acqua in ebollizione, lasciare sciogliere la fontina a fuoco basso.
Mescolare energicamente con una frusta, fino a quando il formaggio prima filerà e, poi, si scioglierà formando una crema densa ed omogenea.
A questo punto, togliere la fonduta dal fuoco ed unire un tuorlo alla volta, aggiungendo il successivo solo quando il precedente è stato ben assorbito.
Infine, rimettere la fonduta sul bagnomaria ancora caldo per 1 minuto, mescolando con una frusta.
Insaporire, quindi, la Fonduta valdostana di pepe bianco e trasferirla ben calda nelle scodelle individuali.
Se gradito, servire la Fonduta valdostana con crostini di pane leggermente tostati o fritti nel burro.
NOTE
ORIGINI DELLA FONTINA
La produzione della fontina vanta origini antiche, dal momento che viene fatta risalire al 1270.
La prima raffigurazione pittorica del formaggio risale invece al 1400 ed è visibile in un affresco (raffigurante scene di vita quotidiana) del Castello di Issogne , una delle più famose fortificazioni valdostane, situato nel capoluogo di Issogne, in località La place.
Un importante estimatore della Fonduta fu lo scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi, il quale nell’opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, cita la ricetta come una delle più gustose del territorio italiana,.
Le dà il nome di “Cicimperio” (da Cacio imperio) .
“Cacio imperiale” fu, invece, il nome dato alla Fonduta dal Capo di cucina della casa Savoia Giovanni Vialardi, autore di un Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria (1854).
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