La Jota è un piatto tipico di Trieste, ma molto diffuso anche nel Friuli Venezia Giulia (soprattutto nella Val Degano e nella Val Pesarina), nel litorale sloveno, particolarmente sul Carso (soprattutto a Tolmino e a Caporetto) e nell’Istria.
L’ampia diffusione della ricetta fa ritenere che si tratti di un’antica pietanza diffusa in tutta l’aria balcanica con caratteristiche diverse.
La Ricetta della jota triestina, gli Ingredienti e i Consigli.
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
250 g di fagioli secchi, 350 g di patate tagliate in dadi, 450 g di crauti al naturale (si trovano in vendita in lattina), 200 g di pancetta affumicata a dadini, 25 g di farina, 1 piccola cipolla, 2 spicchi d’aglio, 4 foglie di alloro, ½ cucchiaino di semi di cumino, olio extravergine d’oliva, sale e pepe di mulinello.
PREPARAZIONE
La sera precedente mettere i fagioli in ammollo in acqua fredda e tenerveli per circa 12 ore.
Successivamente, eliminare quelli saliti a galla e sciacquarli.
Metterli in un tegame di coccio, unire 2 foglie di alloro, coprirli con 2 litri di acqua fredda e portarli a bollore, eliminando via via la schiuma.
Lasciarli cuocere assieme alla metà della pancetta affumicata, a fiamma bassa, per un’ora.
Aggiungere le patate in pezzi e proseguire la cottura fino a quando i fagioli diverranno teneri, ma non sfatti.
In totale occorreranno all’incirca 90-100 minuti (dipende dalla varietà dei fagioli).
A cottura ultimata, eliminare le foglie di alloro e ridurre in purea la metà dei fagioli e delle patate.
Rimettere la purea assieme ai fagioli, alla pancetta e alle patate rimasti (e alla loro acqua di cottura).
Nel frattempo, aprire la lattina dei crauti e versarli in un colino, in modo da eliminare il liquido di conservazione che è piuttosto acidulo.
Successivamente, sciacquarli e sgocciolarli.
Intanto, sbucciare la cipolla, lavarla ed affettarla.
Svestire gli spicchi d’aglio, lavarli e schiacciarli.
Lavare le foglie di alloro.
Scaldare 3-4 cucchiai d’olio in un altro tegame e lasciarvi imbiondire la cipolla e gli spicchi d’aglio poi eliminare questi ultimi.
Unire i crauti ben strizzati, il cumino, la pancetta rimasta e 2 foglie di alloro, poi lasciare insaporire per qualche minuto.
Aggiustare di sale e coprire il tutto a filo con acqua calda.
Lasciare cuocere i crauti per circa 30-40 minuti, poi eliminare le foglie di alloro.
A cottura ultimata, i crauti devono risultare quasi asciutti.
Unirli nel tegame contenente fagioli e patate.
Mescolare con cura, quindi, portare il tutto ad ebollizione.
Abbassare la fiamma al minimo e lasciare sobbollire.
Nel frattempo, scaldare in una padella 3 cucchiai d’olio e versare a pioggia la farina, stemperandola con grande cura con un cucchiaio di legno, in modo da evitare la formazione dei grumi.
Continuando a rimestare, lasciare rosolare la farina per 2 minuti
Appena la farina diventerà di colore nocciola, versarla nel tegame contenente i crauti/fagioli/patate/pancetta.
Mescolare con cura ed insaporire di sale e di pepe di mulinello.
Lasciare cuocere la zuppa ancora per 15-20 minuti.
A cottura ultimata, la Jota deve risultare leggermente brodosa.
Servirla ben calda.
NOTE
VARIANTI
NON TUTTI SANNO CHE
L’ETIMOLOGIA DEL TERMINE “JOTA”
L’origine del nome “Jota” è controversa.
Secondo alcuni potrebbe derivare dalla parola tardo-latina “jutta” brodaglia, a propria volta derivante da una radice celtica che si ritrova anche nel termine combro “Yot”, nell’irlandese “it” e in “Jut”, termine gergale della provincia francese Poitou.
Un termine simile si trova anche in Emilia e particolarmente a Modena, Parma e reggio, zone in cui una brodaglia viene chiamata “dzota”.
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