INGREDIENTI
9 cl di prosecco spumante ben freddo, 4 cl di succo di polpa di pesca bianca.
PREPARAZIONE
Il cocktail Bellini si prepara direttamente in un flûte, un bicchiere a calice, alto e stretto, usato soprattutto per champagne e spumante.
Schiacciare in un colino da cucina una pesca bianca ben matura, in modo da estrarne una purea liquida.
Versarla nel flûte freddo e riempire con il prosecco ben freddo molto lentamente, in modo da non provocare una fuoriuscita eccessiva di gas.
Mescolare con delicatezza e servire subito.
NOTA
Il Bellini è un cocktail incluso nella lista ufficiale IBA (International Bartenders Association).
Appartiene alla categoria dei Long drinks ed è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
QUALCHE NOTIZIA STORICA
Il cocktail Bellini venne inventato nel 1948 nell’Harry’s Bar di Venezia, del quale è diventato la bevanda simbolo.
Nel 1948 Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar e a quel tempo capo barista, ebbe l’idea di preparare un cocktail a base di succo di pesca bianca e spumante brut. Lo chiamò Bellini per via del colore rosato che gli ricordava il colore della toga di un santo in un quadro del pittore Giovanni Bellini.
Il cocktail Bellini divenne in breve tempo popolare tra i frequentatori del locale e tale popolarità crebbe a dismisura quando venne aperta a New York una sede dell’Harry’s Bar, dove le pesche bianche arrivavano grazie ad una rotta commerciale instaurata da un imprenditore francese.
NON TUTTI SANNO CHE…
Una storia di buoni sentimenti sta alla base della nascita dell’Harry’s Bar.
Giuseppe Cipriani, dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, dopo aver lavorato in Italia e all’estero, trovò lavoro presso un Hotel veneziano.
Nel 1927 un avvenimento memorabile gli cambiò la vita.
Soggiornava presso l’hotel un’anziana signora statunitense, che era accompagnata dal giovane nipote Harry Pickering.
La signora, un giorno, partì lasciando il nipote senza un soldo e, qiundi, impossibilitato a rientrare in patria.
Costui, che in quel periodo aveva fatto amicizia con Cipriani, chiese al giovane italiano 10.000 lire in prestito, in modo da potere rientrare in America, rassicurando l’amico che avrebbe restituito il suo debito.
Giuseppe Cipriani, mosso a compassione per la situazione dell’amico americano, con grandi sacrifici riuscì a raccogliere la somma e la consegnò al giovane Harry.
Costui, qualche anno dopo e precisamente nel febbraio del 1931, tornò a Venezia e restituì il denaro a Giuseppe Cipriani, con l’aggiunta per buon peso di altre 30.000 lire.
Giuseppe Cipriani investì tale somma per aprire un bar in un locale nelle adiacenze di Piazza S.Marco, che era stato in pr3cedenza un vecchio deposito di cordami.
In onore dell’amico americano Harry Pickering, che pur se a distanza di tempo non solo aveva saldato il suo debito ma aveva anche aggiunto una considerevole somma, Cipriani chiamò il locale Harry’s Bar.
L’Harry’s Bar divenne nel tempo il punto di incontro di tutte le persone importanti del momento ed, in particolare, uno dei locali preferiti dello scrittore e giornalista Ernest Hemingway, del romanziere e drammaturgo Sinclair Lewis e dell’attore e regista Orson Welles.
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