La Pinsa con Crema Pasticcera e Frutta è una versione dolce della pinsa, un prodotto da forno tipico della cucina romana.
L’impasto è formato da un mix di farine (frumento riso e soia) lavorato con acqua molto fredda, lievito, olio extravergine d’oliva e sale.
L’impasto è molto idratato e ha bisogno di lunghi tempi di riposo (dalle 24 alle 150 ore).
Dopo il modellamento e la cottura in forno, si ottiene un prodotto croccante all’esterno e morbido all’interno, la cui caratteristica principale è l’alta digeribilità.
Una volta fredda, la Pinsa che vi suggeriamo viene ricoperta con crema pasticcera e decorata con dadini di frutta fresca e con gocce di cioccolato.
Come frutta noi abbiamo utilizzato kiwi, ananas, melone e pere.
È bene precisare che l’impasto può essere adoperato sia per preparare pinse salate (a base di formaggi, salumi, verdure, etc.) sia per realizzare pinse dolci (a base di creme, frutta fresca e secca o altro).
È, dunque, il condimento che determina il gusto della pinsa.
Per quanto riguarda l’etimologia della parola “Pinsa”, essa deriva dal verbo latino “pinsere”, che ha il significato di “allungare, stendere, schiacciare”.
L’etimologia della parola spiega, dunque, l’aspetto allungato della pinsa, caratterizzata da una forma schiacciata ed ovale.
Come preparare la Pinsa con Crema Pasticcera e Frutta
Preparazione
Iniziare dall’impasto per pinsa.
Mettere l’acqua già fredda di frigorifero nel freezer per 15 minuti.
Versare la farina nella ciotola di un’impastatrice munita di gancio ed aggiungere
il lievito di birra fresco sbriciolato.
Aggiungere 500 ml di acqua fredda di frigorifero ed avviare la planetaria a velocità bassissima.
Dopo un minuto, passare alla velocità media e lavorare la massa per 5 minuti, fino a quando l’impasto inizia ad incordarsi attorno al gancio.
A questo punto, unire il sale e proseguire la lavorazione per 30 secondi.
Aggiungere, poi, l’olio e continuare ad impastare per circa 2 minuti.
Una volta che l’olio è stato assorbito, incorporare lentamente in due riprese l’acqua rimasta.
Lavorare a velocità bassa fino ad ottenere un impasto ben amalgamato.
Occorreranno circa 3 minuti.
A fine lavorazione, l’impasto si presenta morbido e molto idratato.
Lasciarlo riposare per 15-30 minuti nell’impastatrice.
Durante tale periodo, azionare l’apparecchio ad intervalli regolari per 3-4 volte a
a velocità bassissima.
Questa operazione renderà l’impasto più consistente.
Una volta ben lavorato, esso si presenta lucido, incordato, liscio ed elastico.
Naturalmente chi non possiede una planetaria, può realizzare a mano l’impasto.
Per l’impasto fatto a mano occorreranno all’incirca 15-20 minuti di lavorazione.
Trasferire l’impasto in una ciotola, coprirlo con la pellicola trasparente e lasciarlo riposare per 2-3 ore a temperatura ambiente, in modo che raddoppi di volume .
Poi, trasferirlo in frigorifero da un minimo di 24 ore fino ad un massimo di 150 ore di lievitazione.
Trascorso il tempo indicato, formare 4 panetti e lasciarli lievitare per 3-4 ore nel forno spento.
Successivamente, con le mani cosparse di farina di riso stendere delicatamente ciascun panetto fino a realizzare una forma ovale.
Durante tale operazione evitare di schiacciare eccessivamente l’impasto, in modo da trattenere il gas che si trova al suo interno.
Preriscaldare il forno a 220°C, in modalità statica.
Trasferire le pinse unte d’olio su una teglia foderata con carta da forno anch’essa appena appena oliata.
Occorrerà fare 2 infornate.
Cuocere le pinse nella parte più bassa del forno già caldo per circa 10 minuti (dipende dalle caratteristiche del forno utilizzato), poi spostare la teglia nella parte più alta del forno, controllando a vista la cottura fino a doratura.
Le pinse sono pronte quando la superficie risulta croccante e dorata e l’interno morbido.
Estrarre le pinse dal forno e lasciarle raffreddare su una gratella.
Nel frattempo, preparare la crema pasticcera.
Riscaldare il latte assieme alla buccia di limone (solo la parte gialla), ai semi e al baccello di vaniglia tagliato in pezzi.
Spegnere il latte al primo bollore, lasciando gli aromi in infusione per qualche minuto.
A parte, in una casseruola montare con la frusta elettrica i tuorli con lo zucchero, fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso.
Unire la maizena, mescolando in continuazione il composto con una frusta, per evitare la formazione di grumi.
Sempre mescolando, aggiungere a “filo” il latte caldo, facendolo cadere attraverso
un colino in modo da eliminare il baccello di vaniglia, i semi e la buccia di limone.
Trasferire la casseruola sul fuoco e lasciare sobbollire il composto a fiamma moderata per circa 10 minuti o fino a quando si addenserà.
Rimescolare continuamente con una frusta per evitare che la crema si attacchi al fondo della casseruola.
Successivamente, versare la crema pasticcera in una terrina, rimestandola per qualche minuto in modo da ventilarla.
Infine, coprire la crema pasticcera con la pellicola alimentare posta a diretto contatto e lasciarla raffreddare.
Al momento di utilizzare la crema pasticcera, mescolarla con la frusta per ammorbidirla.
Mentre la crema pasticcera si raffredda, sciacquare la frutta, nettarla e tagliarla a dadini.
Infine, ricoprire ciascuna pinsa con la crema pasticcera e decorarle con la frutta fresca e con le gocce di cioccolato.
Gustare la Pinsa con crema pasticcera e frutta.
CURIOSITÀ
È possibile acquistare la farina per pinsa negli ipermercati più forniti o on line.
È, però, facile preparare in casa la farina per pinsa rispettando le opportune proporzioni.
Per preparare 800 g di farina per pinsa occorre miscelare 640 g di farina di frumento 0, 120 g di farina di riso e 40 g di farina di soia.
QUALCHE NOTIZIA STORICA SULLA PINSA
Sull’origine della pinsa esistono pareri discordanti.
Alcuni ritengono che essa abbia origini antiche che risalirebbero al tempo dell’antica Roma, quando i contadini preparavano una focaccia leggera con un mix di cereali e farine grezze.
Altri fanno riferimento al’Eneide di Virgilio, che nel VII libro racconta che una focaccia simile venne offerta da Latino, re di Laurento, ad Enea, l’eroe di Troia appena sbarcato nel Lazio dopo un viaggio avventuroso.
Altri ancora ritengono poco veritiera tale tesi.
Essi fanno risalire l’origine della pinsa al 1981, quando venne inventata dal pizzaiolo Corrado di Marco, che ne registrò il marchio nel 2001.
Il vero boom della pinsa avvenne alcuni anni dopo e precisamente nel 2007.
Da allora in poi migliaia di “pinserie” sono state aperte in tutto il mondo e la pinsa è diventata uno dei prodotti più apprezzati della gastronomia italiana.
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