INGREDIENTI PER 4 PERSONE
Per l’insalata:
3 mazzi di asparagi selvatici (circa 700 g).
Per la vinaigrette:
2 cucchiai di aceto di vino bianco, 6 cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale.
PREPARAZIONE
Per prima cosa, nettare gli asparagi selvatici, spezzandoli fino alla parte tenera (i germogli o turioni).
Eliminare, invece, la parte legnosa del gambo (o utilizzarla in seguito, per insaporire una zuppa, un brodo o un risotto) .
Sciacquare le punte degli asparagi selvatici sotto il getto dell’acqua corrente e lasciarli sgocciolare.
Nel frattempo, in un tegame portare a bollore acqua leggermente salata e tuffarvi gli asparagi, lasciandoli sbollentare per 3 minuti.
Assaggiare, quindi, un germoglio di asparago e controllarne la consistenza, tenendo presente che gli asparagi selvatici, a cottura ultimata, dovranno risultare teneri, ma ancora sodi.
Appena gli asparagi diventeranno teneri, prelevarli con una schiumarola ed immergerli velocemente in acqua ghiacciata, in modo da fermarne la cottura.
Dopo un paio di minuti, scolarli e metterli ad asciugare su un canovaccio da cucina.
Nel frattempo, preparare la vinaigrette.
In una ciotola sciogliere il sale nell’aceto di vino bianco.
Aggiungere a filo l’olio extravergine d’oliva, emulsionando il composto con una frusta.
Accomodare gli asparagi selvatici in un piatto da portata e condirli con la vinaigrette.
Mescolare, poi, con cura.
Infine, servire l’insalata di asparagi selvatici.
VARIANTE:
Sostituire l’aceto con la stessa quantità di succo di limone.
QUALCHE NOTIZIA SULL’ASPARAGO SELVATICO
L’Asparago selvatico (nome scientifico Asparagus acutifolius L.) è una pianta perenne e spontanea appartenente alla famiglia delle Liliaceae.
L’aggettivo “acutifolius” in latino significa “ foglie spinose”, dalla forma caratteristica delle foglie.
Da secoli l’Asparagus acutifolius è stato riconosciuto come pianta che ha proprietà curative diuretiche ed antitumorali, più elevate rispetto a quelle presenti nell’asparago coltivato (nome scientifico Asparagus officinalis L.”).
L’asparago selvatico cresce in tutta l’area del Mediterraneo.
La pianta fiorisce in estate in quasi tutte le regioni italiane (tranne Piemonte e Valle d’Aosta).
Nasce spesso dopo un forte temporale, ad un’altezza compresa tra 0 e 1300 metri sul livello del mare.
Il suo habitat preferito sono le zone vicine ai boschi, alle macchie.
È anche presente in terreni incolti o scoscesi.
I germogli giovani sono commestibili previa cottura, invece i frutti sono tossici.
La raccolta degli asparagi selvatici non è semplice, in quanto essi sono spesso
nascosti da siepi o da cespugli.
In alcune regioni la loro raccolta è regolamentata da leggi che disciplinano sia il tempo della raccolta che la quantità massima da prelevare.
Gli asparagi selvatici hanno germogli sottili di colore verde, molto meno grossi di quelli degli asparagi coltivati.
I loro turioni hanno un sapore intenso e delicatamente amarognolo che li rende l’ingrediente indispensabile per molte preparazioni culinarie.
In cucina si utilizzano in insalata, in minestre e zuppe, nei risotti o nella pasta.
Ancora più frequentemente vengono cotti in frittate a base di uova.
Gli asparagi sono ricchi di vitamine dei gruppi A, B1, B2, C.
Possiedono, inoltre, sali di potassio, aminoacidi del tipi di arginina e tirosina, acido folico ed asparagina.
Contengono anche manganese, fosforo, calcio e magnesio.
Dopo il consumo alimentare dell’asparago, alcuni componenti sono metabolizzati e nell’organismo si forma una sostanza, chiamata metilcaptano, che viene eliminata attraverso le urine, alle quali conferisce un odore pungente e veramente sgradevole.
Stando ad accurate ricerche scientifiche, tale odore è prodotto o comunque rilevato solo dal 40% delle persone.
Infine, concludiamo questo breve excursus riferendo che il consumo degli asparagi non è consigliabile a chi soffre di patologie renali.
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